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In quel tempo, vedendo la folla attorno a sé, Gesù ordinò di passare all'altra riva.
Allora uno scriba si avvicinò e gli disse: «Maestro, ti seguirò dovunque tu vada». Gli rispose Gesù: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell'uomo non ha dove posare il capo».

E un altro dei suoi discepoli gli disse: «Signore, permettimi di andare prima a seppellire mio padre». Ma Gesù gli rispose: «Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti».

(Mt 8,19-20)

Seguire Gesù significa accettare di non pianificare la mia vita, non ipotecare su ciò che potrà accadermi domani, con l'unico desiderio di compiere la Sua volontà.

Sembra impossibile, ma quando ci si inoltra su questa strada piano piano ci si sente molto più sicuri, perché si fonda la propria vita su una roccia incrollabile: Dio.

Cercherò perciò i segni  per interpretare i progetti del Signore su di me e scoprirò, quando lascio il timone a Lui, una mano invisibile pronta a guidarmi su strade che da solo neppure avrei osato imboccare.

Gesù non aveva dove posare il capo, ma noi sì, egli stesso infatti ha detto: «Venite a me voi tutti che siete affaticati e stanchi» (Mt 11,28).

E' Lui il rifugio dove poter riposare un po' prima di riprendere il cammino, dove depositare il nostro sudore o anche le nostre lacrime.